Il Rhodesian Ridgeback e l'unica razza riconosciuta originaria dell 'Africa Australe ed e' una delle due razze riconosciute che presenti sul dorso la tipica cresta di pelo che cresce in direzione caudocardinale, caratteristica dalla quale prende anche il nome (ridge = cresta, back = dorso). |
Marcia van Woert “The Lion Watch”
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Il Rhodesian Ridgeback e una razza la cui storia si intreccia con la storia d'Africa, di alcune sue tribù e dei primi coloni europei sbarcati nella provincia del Capo alla metà del 1600.
Il seguente articolo, scritto da una note allevatrice americana, la Signora Sawyer, riassume molto abilmente il concetto di Ridgeback.
Come dice la signora Sawyer, il Rhodesian Ridgeback si e' evoluto in Rhodesia, l'odiemo Zimbabwe, sulle basi di una razza precedentemente creata, ma non riconosciuta, in Sud Africa: il "cane boero".
Ma l'origine dei cani con la criniera e' certamente piu' antica: in Africa la cresta appare molto spesso nei villaggi piu' isolati, e si ritrova anche in Asia. |
L'esempio a noi piu' noto è il cane dell'isola di Phu Quoc, al largo della Thailandia; se esiste collegamento tra questo cane asiatico ed il cane con la criniera africano, esso potrebbe risalire ai vari commerci tra Asia e Africa, a cominciare da quelli dei Fenici, sulle coste Nordafrincane, o degli Arabi, sulle coste Orientali, o più recentemente dei Portoghesi o degli Olandesi sulle coste Mendionali.
Ma si potrebbe anche trattare piu' semplicemente di mutazioni parallele e, comunque, in Africa, la cresta ci riporta ad un cane indigeno, il Khoi Khoi, o "cane degli Ottentotti", del quale troviamo la prima raffigurazione nel libro del Dr. David Livingstone del 1870 intitolato Livingstone's Missionary Travels in South Africa, le prime descrizioni da parte di alcuni storici del 1700 (Kolben, Theal, etc.) ed un misterioso dipinto su roccia in Zimbabwe, dove il cane con la criniera è raffigurato tra i grandi pastori Ottentotti ed il loro bestiame, le vaccine zebù e le pecore sori, antenati del bestiame sudafricano odierno. Con gli Ottentotti, le vaccine zebù e le pecore sori anche il cane con la criniera migrò, dal 500 al 1500, attraverso tutta ['Africa, dalle coste del Mar Rosso al Capo di Buona Speranza dove, nel 1600, con l'avvento dei primi europei, comincio' la sua trasformazione. |
Utilizzato con successo dai coloni sia per la caccia che per la difesa, esso venne incrociato con le razze allora presenti nella regione, soprattutto pointer, deerhound o greyhound, e bull terrier.
Lo "steekbaar" che ne risulto, chiamato anche "cane boero", spesso presentava la criniera sulla schiena e, sempre, questa era sinonimo di particolari doti di adattabilità ai climi così vari del Sud Africa; doti di guardiano fedele e coraggioso, dotato di un grande istinto per la caccia, nel quale il primitivo e rozzo Khoi Khoi era raffinato grazie all'introduzione di sangue delle razze europee piu' perfezionate.
Mentre la selezione si basava soltanto su principi di utilita che imponevano soltanto la soprawivenza del più forte, il tipo di vita coloniale e forse anche la vastità del paese non lasciavano posto a una consapevolezza e ad un'attività strettamente cinofila, tanto che le caratteristiche morfologiche non vennero mai stabilite e, con il rapido mutare delle condizioni di vita, la razza corse il rischio di perdersi |
Zahama delle Cime Bianche
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Ma nel 1870 il reverendo inglese Charles Helm portò una coppia di cani boeri alla sue nuova missione nel Matabeleand, in Rhodesia: come i boeri 200 anni prima, così allora i coloni di questa regione africana furono conquistati dalle doti di questo cane costruito su misura per la vita coloniale africana e, con l'ulteriore introduzione di sangue collie ed airdale, ottennero un cane potente, ma non pesante, dotato di particolare agilità e resistenza e il coraggio incredibile, temperato da un istintivo rispetto per le grandi prede africane.
Fu così che il "cane boero" divento' il "cane da leone", utilizzato dai grandi cacciatori dell' Africa come Selous' van Rooyen e Upcher. Nel 1922 Francis R. Barnes fondo' a Bulawayo, in Rhodesia, il Rhodesian Ridgeback (Lion Dog) Club", oggi "Parent Club" e nel 1924 stese lo standard della razza, approvato lo stesso anno dall'allora South African Kennel Union. |
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Fu soltanto dopo la seconda guerra mondiale che il Rhodesian Ridgeback riacquistò la popolarita' del "cane boero" in sud Africa: nel 1945 venne fondato il South African Rhodesian Ridgeback Club e nel 1982 il Rhodesian Ridgeback Club Transvaal. Il Ridgeback, creato sia come cane da caccia che come guardiano e fedele compagno dell'uomo, di carattere quasi esclusivamente lupoide, e quindi non e' facile e comprensibile per tutti; tenace ed indipendente, egli "possiede" un solo padrone, capace di una dolcezza quasi degradante con i bambini, scostante con gli estranei e si trasforma in fiero guardiano di fronte all'intruso, sempre tuttavia dominato dall'equilibrio necessario a renderlo un amico fidato. In molti paesi e' utilizzato a caccia: cinghiali e capre selvatiche in Australia, felini e cervi in Nordamerica, grosse antilopi e facoceri in Africa; |
da sottolineare che contemporaneamente al lavoro di cacciatore, il Ridgeback e' sempre utilizzato anche come guardiano, lavoro nel quale, anche a livello competitivo, si distingue per le sue doti istintive.
Il Ridgeback non e' soltanto un cane bello da vedere per l'armonia delle sue forme, ma un cane dal forte carattere molto equilibrato, "fedele e devoto al padrone" come i suoi antenati sono stati con gli Ottentotti, e come Boeri ed Inglesi lo avevano concepito.
Estratto dell'articolo pubblicato su “I nostri cani” del maggio 1985 , Giovanna Bacchini Carr
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